“Mi affido al vento ai profumi del tempo
agli umori delle stagioni a meridione
pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini

al silenzio lontano delle nuvole”.
Tiepido Aprile F. Battiato

E’ assolutamente irrazionale dare una definizione di “Idea”, essa è effimera, sfuggente a regole e schemi razionali, essa è qualcosa che galleggia nell’aria, latente, astratta come l’aria ma essenziale affinché possa germogliare un progetto concreto. L’idea può essere definita come un input illuminante per il cervello. Il fuoco, in questo caso, simboleggia la scintilla, l’input che è definito idea, quella parte di azione che non sarebbe visualizzabile se non finalizzata, completata, esplicata attraverso un qualche gesto umano. Un qualcosa d’irrazionale che viene razionalizzato attraverso qualcosa di materiale, ossia il progetto finito. Una scintilla, che origina l’alba di una creazione. Una carica elettrica, un flusso, che passa nel corpo umano trasformandosi in creazione artistica: Musica, Fotografia, arti latenti che nascono dalla medesima scintilla. Esse sono legate tra loro in unicum impercettibile ma in costante comunicazione.
Quanto spesso capita di sentire un suono e accostarlo ad un’immagine particolare e quanto spesso, capita che osservando un’immagine, una fotografia, riusciamo quasi a percepirne il suono?
Iniziando da questi punti, si è voluto creare un continuum spazio-temporale tra fotografia e musica, sia come concetto pratico, in quanto trattandosi di video, è implicito l’utilizzo dei due mezzi; sia dal punto di vista concettuale.
Visioni e suoni si creano reciprocamente, non solo nella trattazione delle immagini ma attraverso il richiamo di molti ambienti che sono strettamente legati a una delle due arti e spesso a entrambe contemporaneamente. In questo modo si susseguono immagini che si richiamano l’una con l’altra, che richiamano suoni, melodie che a sua volta richiamano altre immagini e così via in un ciclo continuo di rimandi, cercando di esprimere, ed imprimere, uno status multi-sensoriale che inevitabilmente è intriso in tutto ciò che ci circonda, in tutto ciò di cui viviamo.
Così come le nuvole, elementi naturali privi di forma, che funzionano solo come traccia o riflesso di qualcosa di impalpabile, anche immagine e suono sono sostanze impalpabili, che funzionano solo nella forma in cui, rispettivamente, sono catturate come traccia dagli alogenuri d’argento attraverso il riflesso delle vibrazioni nello spazio.
Il progetto racconta in un certo senso la formazione dell’idea, una serie di input che l’individuo coglie giornalmente e che finiscono e si completano in un’opera. Una trascrizione mentale che si conclude con un’immagine latente, non finita, parte di un progetto sempre più ampio, che è quello di un’idea che si sviluppa e ritorna, sempre, in tutto il corso delle creazioni che seguono, in tutto il percorso artistico dell’individuo.

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