La finestra è intesa come separatore, vincolo, limite verso la realtà. Le foto scattate attraverso un piano, di solito sporco, bagnato, creano un’interferenza nella visione della realtà, una visione altra. L’idea è di trasmettere la grande distanza tra noi e le cose, la mediazione costante che si trova quando osserviamo la realtà che ci circonda. Che essa sia una mediazione dettata dal limite dei nostri occhi, del nostro sguardo, o da un limite come in questo caso fisico, materiale quale la finestra e il suo sporco. Inoltre la scelta del bianconero, fondamentale in questo lavoro, nasce da una voglia di essenzialità fatta semplicemente di luci e ombre, di contrasti che cerco spesso in fotografia e che in questo caso mi danno la possibilità di sottolineare il contrasto stesso di ciò che le foto vogliono esprimere da una parte la realtà dall’altra il fatto che vi è interposto un filtro che la rende diversa. Se vogliamo inoltre, la finestra, è sempre un vincolo verso ciò che sta dall’altra parte, molto spesso è al di là di un vetro che si vedono le cose più preziose, le più importanti, quelle che si vogliono tenere intatte, e in questo caso vi si può trovare la duplice visione del mantenere il proprio mondo di cui ognuno di noi è circondato, tutto per se in una sorta di teca, ma sporca non nitida o non perfettamente pulita, forse per sottolineare anche un po’ di rancore che spesso si ha in ciò che ci circonda, di cui non riusciamo a fare a meno ma che allo stesso tempo ci turba e non ci è perfettamente chiaro il perché.

Tecnica: Fotografia digitale, stampa FineArt Hahnemühle Baryta, applicata su Dibond, formato: 50x70cm. (tiratura 1/7)

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